Terebinto e Lentischio: i due cugini dei Tacchi.

Come saprete, ho una grande passione per le piante e per il mio territorio ed è per questo che quando passeggio per i miei boschi, osservo la vegetazione e ne ripercorro la storia ed il modo in cui le piante facciano parte del territorio non solo dal punto naturalistico ma anche dal punto di vista culturale.
Come le persone hanno saputo sfruttare e convivere con le piante? In che modo venivano utilizzate? In che modo hanno lasciato un’impronta negli usi ma anche nelle credenze popolari e nelle tradizioni?
Ebbene, oggi vorrei raccontarvi la storia di due piante meravigliose, che abitano i miei tacchi: 

il terebinto ed il lentischio.

Il Terebinto il cui nome scientifico è Pistacia terebintus (Anacardiaceae), ed in sardo conosciuto come su opperi.

La cosa che la rende speciale, sono sicuramente le sue galle, dette anche carrube di Giuda. Con questo termine si indica la foglia modificata, che ha l’aspetto quasi di una perina ed è l’esempio perfetto di simbiosi tra la pianta e l’insetto che va a pizzicare.

Terebinto e Lentischio
Terebinto e Lentischio

Cosa significa? Gli afidi Pemphigus cornicularius e Pemphigus semilunarius, pungono la foglia, la foglia risponde alla puntura dell’insetto ripiegandosi su sé stessa e creando una sorta di struttura protettiva chiamata appunto galla, è come se si creasse una sorta di casetta per l’insetto, se noi andiamo a rompere la galla troviamo proprio le uova di questi afidi!
La magia della natura!

Insomma, questi afidi non mangiano o distruggono la foglia ma semplicemente la pizzicano e vi depongono le uova all’interno.

E non pensiate che la tradizione non abbia fantasticato su questa pianta che ha quasi del magico, infatti sono molte le superstizioni che vi ruotano attorno.

Un esempio?

Se quando apriamo la galla, troviamo le larve bianche dell’afide allora sarà un anno propizio per noi, se invece troviamo una mosca allora una guerra imminente scoppierà, se invece all’interno troviamo un ragno allora ci attende un anno di pestilenza!

Non trovate sia un modo straordinario di raccontare la natura e renderla parte di noi?

Le galle, inoltre, sono fonte di tannini motivo per il quale venivano usate per conciare le pelli, mentre recentemente, è stato estratto un triterpene ad azione antiinfiammatoria.

Il lentischio.

Il Lentischio o Lentisco, Pistacia lentiscus (Anacardiaceae) per essere precisi, è un sontuoso arbusto cespuglioso sempreverde che può arrivare fino a 3-4 metri di altezza.

In sardo viene chiamato su Modissi ed ha le stesse proprietà del terebinto proprio perché appartengono alla stessa famiglia e si utilizzano nel medesimo modo.

È un tipo di pianta dioica, significa che i fiori femminili e maschili sono differenti e crescono su due piante differenti, la pianta maschio e la pianta femmina, per l’appunto. Se una pianta ha i frutti, sarà evidentemente femmina, mentre senza frutti sarà un maschio. 

 

I suoi frutti, nello specifico le bacche, a maturità diventano neri, che se opportunamente pestate, permettono di ricavare quello che in sardo veniva chiamato olgiu stintu, l’olio che veniva utilizzato dai poveri, infatti, l’olio d’oliva non poteva essere utilizzato quotidianamente per via del suo costo proibitivo (ironia della sorta, ora risulta molto più costoso l’olio di lentischio!).

 

Terebinto e Lentischio

Però attenzione, perché è comunque un olio particolarmente saporito dal retrogusto piccante, molto carico e denso. Tant’è vero che, un altro utilizzo che si faceva dell’olio di lentischio, era proprio quello di carburante per alimentare le lanterne.

Inoltre, con i rami del lentischio, ricchi di sostanze resinose, ed altri rami di piante altrettanto resinose come il Cisto e la Betonica, si confeziona quella che in sardo si chiama sa scova, una sorta di scopa che viene utilizzata per pulire il forno a legna. Se da una parte, la sostanza resinosa acchiappa la fuliggine e la cenere consentendo di pulire perfettamente il forno, dall’altra sprigiona un meraviglioso profumo.

Quanti modi diversi per sfruttare le potenzialità di una pianta, no? 😉

Terebinto e Lentischio, poi, vennero utilizzati in antichità, per ricavare il Mastice di Chios (dal nome dell’omonima isola greca), molto in voga tra greci e romani, veniva utilizzato soprattutto per preparare degli unguenti contro i dolori reumatici o per contrastare l’insorgenza di problemi al cavo orale. In seguito, venne utilizzato come base per la produzione delle chewgum, e tutt’oggi è un ingrediente di molte paste adesive per le dentiere.

Ma come lo producevano? Bene, a partire da maggio e fino alla fine di luglio, si operavano delle incisioni sulla corteggia dei rami più adulti di queste due piante, permettendo la fuoriuscita della resina che poi veniva lasciata arieggiare al sole e quindi estratta.

Come vedete, la storia delle piante è antica e sontuosa, ed è la testimonianza di come, da sempre, sia importante prendersi cura della natura che ci circonda, ricevendo in cambio, un prezioso aiuto.

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